La storia dell’acquedotto “Maiella” che Casoli non utilizza dalla sua nuova ricostruzione
Alcuni cittadini sanno della sua esistenza e durante tutto questo periodo di interruzione del servizio idrico, si sono chiesti perchè l’acquedotto ricostruito negli anni 80, non alimenta il nostro paese per sopperire alla carenza idrica. A queste domande risponde pubblicamente il progettista dell’opera Ing. Gilberto Di Florio, dal quale apprendiamo che l’acqua è utilizzata solo da Palombaro.

“Durante i tanti mesi di razionamento dell’acqua – dice l’ing. Gilberto Di Florio di Casoli – molti paesani, over sessanta in particolare, ricordandosi che Casoli aveva un suo acquedotto e che il sottoscritto era stato redattore del progetto di rifacimento dell’adduttrice proveniente da Palombaro, mi hanno posto fondamentalmente queste domande: 1) come mai, visto che era stato costruito un nuovo acquedotto, questo non alimenta più il nostro paese? Dove è andata a finire la nostra acqua? 2) Perché nel Comune di Palombaro non vi é stato alcun razionamento dell’acqua nel corso degli ultimi 6 mesi?“
“La risposta é ovvia – dice ancora l’ing. Di Florio – perché il Comune di Palombaro ha utilizzato anche quella che doveva essere la dotazione idrica del Comune di Casoli“
“Sono trascorsi decenni – continua l’ing. Di Florio – ma in tale acquedotto dei 2/3 dell’acqua “casolana” non ne è stata immessa nemmeno una goccia poiché, inspiegabilmente, essa è stata lasciata ad uso e consumo del solo Comune di Palombaro che ne sta prodigalmente beneficiando! Si sono succedute tante Amministrazioni, ma nessuna si è mai attivata per riappropriarsi della nostra quota di acqua e restituirla ai casolani. Credo così di aver dato una esauriente risposta ai miei compaesani.“
DI SEGUITO RIPORTIAMO IL TESTO INTEGRALE DI TUTTA LA STORIA LEGATA ALL’ACQUEDOTTO “MAIELLA” FORNITACI DALL’ING. GILBERTO DI FLORIO, CHE RINGRAZIAMO DI CUORE PER QUESTE PREZIOSE INFORMAZIONI
Per accedere al documento originale, con la storia dell’acquedotto e le risposte dell’Ing. Di Florio alle domande dei suoi compaesani, clicca qui
L’ACQUEDOTTO “MAIELLA” DAL 1908 AGLI ANNI 60
Nei secoli scorsi, non essendoci ancora un acquedotto cittadino, per soddisfare le loro esigenze, i nostri avi avevano realizzato due punti di approvvigionamento ancora esistenti: 1) la fontana nel sobborgo Garibaldi, chiamata “la fonte de Larome” (perché attingeva dalla sorgente della omonima contrada) e quella sita in fondo al Corso Umberto I, detta “la font’abballe”, che si troba dopo la chiesa di S. Reparata e che prelevava l’acqua da una sorgente sita in contrada Quarto da Capo, a ridosso della strada che porta a Gessopalena e che chiamavano la sorgente della “Conserva”.
Queste due sole fontane soddisfacevano tutte le necessità sopra esposte, perché avevano sul fronte una serie di “cannelle” che venivano utilizzate per riempire d’acqua i contenitori, per la maggior parte con conche in rame, che faticosamente le nostre nonne recavano all’abitazione. Su un lato o nell’immediata prossimità vi era un ampio lavatoio dove le donne lavavano i panni allietando il loro lavoro con delle cantilene dialettali abruzzesi. Sui lati vi erano due vasche sempre ricolme dalle quali bevevano gli animali.
Tale duplice distribuzione dell’acqua, ovviamente, creava non poca fatica e disagi ai cittadini per cui l’allora Sindaco di Casoli, dott. Domenico Rossetti, si fece promotore per supplire a tale carenza. La sua Amministrazione e quella di Palombaro fondarono nel 1908 un Consorzio per la realizzazione di un acquedotto che denominarono “Maiella”, perché attingeva l’acqua da alcune sorgenti sul monte “Acquaviva”.
Tale Consorzio prevedeva la proprietà per 2/3 del Comune di Casoli e per 1/3 di quello di Palombaro i quali avrebbero pagato, con riferimento a tali percentuali, tutte le spese per la sua costruzione.
Una volta realizzato l’acquedotto con tubi in ghisa e giunti in piombo colato, a monte dell’abitato di Palombaro venne creato anche un piccolo partitore per mezzo del quale l’acqua veniva divisa secondo i relativi sopraccitati diritti di proprietà.
Il ramo dell’ acquedotto che alimentava Casoli è stato regolarmente funzionante fino agli anni sessanta, ma a seguito della realizzazione dell’acquedotto “Verde”, gli Amministratori di allora decisero di servirsi, seppur provvisoriamente, di tale nuova infrastruttura, ovvero finché non fosse stata riparata/ricostruita la precedente nostra adduttrice che aveva numerose perdite lungo il suo percorso e risultava insufficiente ad approvvigionare in modo particolare il centro storico per le frequenti cadute di pressione.
RICOSTRUZIONE DELL’ACQUEDOTTO “MAIELLA” NEGLI ANNI 80
Per ovviare pertanto a tali predette carenze e riconvogliare l’acqua nel nostro Comune, nel 1982 gli Amministratori incaricarono il sottoscritto di progettare un nuovo acquedotto che transitasse su terreni stabili e fosse in grado di erogare l’acqua in quantità sufficiente a tutta la cittadinanza.
Prima di redigere tale progetto, insieme all’allora capo dell’ufficio tecnico di Casoli, il compianto geom. Conicella, ed il tecnico del comune di Palombaro, mi recai sul monte Acquaviva per ispezionare le condizioni delle captazioni delle diverse sorgenti che alimentavano l’acquedotto. Constatammo che molta acqua si perdeva sia per lo stato di degrado di tali manufatti sia per la loro approssimata tipologia costruttiva, ovviamente risalente all’inizio del ’900.
Dopo tale constatazione, in modo unanime fu deciso che sarebbe stato necessario intervenire con lavori di adeguamento ad ammodernamento di dette opere di presa, per raccogliere e convogliare tutta l’acqua delle sorgenti che andava persa aumentando così anche la portata nella condotta.
Il progetto del sottoscritto, approvato e successivamente realizzato, prevedeva un nuovo percorso della condotta lontano da quello precedente dove vi erano diversi smottamenti, con la realizzazione anche di un ponticello metallico per oltrepassare il fiume Aventino, un nuovo serbatoio sul colle Schiopparo ad una quota nettamente superiore del centro storico di Casoli ed un nuovo partitore sul terminale della condotta che scende dalla montagna dove sarebbe dovuta avvenire la ripartizione dell’acqua, con 2/3 per Casoli ed 1/3 per Palombaro.
A lavori ultimati fu effettuata la prova idraulica di tenuta della condotta ed il relativo collaudo, quindi la stessa era pronta a ricevere i 2/3 di acqua da distribuire, quantità certamente sufficiente al solo abitato di Casoli, poiché non erano ancora stati realizzati i sopraccitati lavori di ripristino ed ampliamento della captazione delle sorgenti.
L’ACQUEDOTTO “MAIELLA” RIPRISITNATO LUNGO UN NUOVO PERCORSO PIU’ SICURO, A CASOLI NON E’ STATO MAI ATTIVATO, A USUFRUIRNE E’ SOLO PALOMBARO
Sono trascorsi decenni ma in tale acquedotto dei 2/3 dell’acqua “casolana” non ne è stata immessa nemmeno una goccia poiché, inspiegabilmente, essa è stata lasciata ad uso e consumo del solo Comune di Palombaro che ne sta prodigalmente beneficiando!
Si sono succedute tante Amministrazioni ma nessuna si è mai attivata per riappropriarsi della nostra quota di acqua e restituirla ai casolani.
Credo così di aver dato una esauriente risposta ai miei compaesani.
Cordialità Casoli, 16-03-2025
Ing. Gilberto Di Florio