Soffitto di Santa Reparata, l’intervista di Angelo Iocco all’artista Peppe Candeloro
Un’altra testimonianza storica importante si aggiunge alle vicende della seconda guerra mondiale e alla triste storia della chiesa di S. Reparata, avvenuta nel dopoguerra, quando durante i lavori di ampliamento e ammodernamento, sparì il sofftto ligneo a cassettoni del 1606 dell’artista Vittorio Buzzacarino, che fu dichiarato Monumento Nazionale.
Ad intervistare il noto pittore casolano Peppe Candeloro, è Angelo Iocco. L’artista, classe 1931 – è il figlio di Vincenzo Candeloro, il bravo falegname che realizzò l’antico confessionale di Santa Maria Maggiore e la cui bottega si trovava alla “curve de Cenze” in una delle case di fronte alla rotonda realizzata dopo la salita di San Salvatore. L’artista ricorda la seconda guerra mondiale e vivendo all’epoca a Casoli, ricorda bene anche le vicende legate alla chiesa di Santa Reparata, trasformata e spogliata della sua immensa opera d’arte, che la vedeva elencata in una pubblicazione del 1902, tra i monumenti nazionali.
“Ricordo benissimo il giorno della carnevalata del 1948, – dice Candeloro – quando con un gruppo di altri ragazzi, entrai nella chiesa, rimanendo molto colpito nel vedere uno squarcio al tetto e una porzione del sottostante soffitto ligneo sfondato, ma tutto il resto intatto” . Ricorda anche la parete che divideva la navata centrale dalla vecchia sacrestia, che fu abbattuta durante i lavori, per ampliare la chiesa.