Casoli, video dell’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore
Oggi domenica 14 maggio 2023, si celebra la XXIX edizione della Giornata Nazionale di “Chiese Aperte” a cura dell’Archeoclub d’Italia.
VISITA VIRTUALE ALL’INTERNO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE
La chiesa non rientra nel programma della odierna edizione di “Chiese Aperte”, ma il video viene pubblicato in occasione di questa giornata , per aprire virtualmente la porta ad un monumento incastonato in un Borgo, che si pregia di essersi classificato al 6° posto, tra i borghi più belli d’Italia, nell’edizione “Borgo dei Borghi” 2023.
C’è un errore ricorrente circa la data di nascita di questa chiesa e ciò scaturisce da uno scritto del parroco Mosè D’Amico, che fa risalire la sua costruzione al 1455, facendo riferimento alla data che vediamo incisa all’inizio della salita dell’Arco del Purgatorio, sulla destra e sopra l’architrave dell’antica porta d’ingresso laterale murata, che era l’accesso agli ambienti adibiti alla sepoltura. Sotto la chiesa infatti, c’era un cimitero e la data 1455 è riferita ad un successivo rimaneggiamento del corpo di fabbrica, in quanto nasce inizialmente come cappella degli Orsini a due navate: quella centrale con un piccolo abside e quella laterale destra, più corta della navata che vediamo oggi. (cit. Prof. Casimiro Tilli).
Solo in seguito, la chiesa viene ampliata, con la costruzione della navata sinistra sull’Arco del Purgatorio (che collega largo del Tempio con il Palazzo Ducale) e l’ingrandimento sia dell’abside, sia della navata laterale destra. I lavori furono ultimati nel 1869, come si legge sulla parete esterna dell’abside.
L’esitenza della chiesa prima del 1455, è testimoniata dal libro delle Decime, che Pietro Sella nel 1967 riporta nel volume “Rationes decimarum Italiae. – Aprutium Molisium“, dove fra le chiese di Casoli esistenti tra il 1324-1325, c’era anche quella di Santa Maria. E questo lo afferma pure Francesco Verlengia in “Terre e castelli abruzzesi: cenni sulle origini di Casoli”. Articolo pubblicato nel 1959 su “Rivista abruzzese”, (A. XII) n.4, p.123. Inoltre, secondo il Verlengia, anche la presenza delle pietre di origini barbariche, murate esternamente sulla facciata della chiesa ed anche esternamente ed internamente al campanile, è una testimonianza concreta della sua esistenza risalente ad un periodo che precede di molto la data incisa sulla porta d’ingresso al cimitero.
Il video “mette a fuoco” (anche letteralmente parlando) tutte le statue presenti nella chiesa: San Giuseppe, San Francesco, Sant’Antonio Abate, San Gabriele, Sant’Emidio, Santa Rita, Santa Lucia, la Madonna Addolorata, l’Immacolata Concezione, il Sacro Cuore di Gesù, Gesù Crocifisso e il Cristo Risorto. Sotto l’altare della navata laterale sinistra, con la Madonna Addolorata, vi è la statua del Cristo Morto.
Le riprese inoltre, illustrano quattro quadri antichi, che arricchiscono le navate laterali. A sinistra, troviamo la Madonna del Rosario datata 1572 e la Madonna del Carmine, chiaramente riconoscibile dallo scapolare mantenuto nella mano destra. Molto probabilmente anche questo quadro risale alla seconda metà del XVI secolo. Entrambi i quadri descritti, sono di ignoti. A destra invece, troviamo un’altra Madonna con Bambino con a fianco San Biagio e San Giacinto, opera di Francesco Maria de Benedictis di Guardiagrele datata 1848. Sotto questo quadro, troviamo un antico tabernacolo ligneo che apparteneva agli Orsini e che sull’apertura ha un bassorilievo simbolo dell’Università di Casoli: una torre circondata da piccole case. Infine, c’è il quadro del compatrono San Gilberto di Pasquale Bellonio di Ortona del 1797. Altri volti sacri, dipinti tra cornici e stucchi colorati, abbelliscono le volte della navata centrale. Due quadri recenti, sono esposti sulla destra della navata centrale: il primo è di Franchetti dipinto negli anni 40, collocato sopra l’antico confessionale (realizzato dal falegname Candeloro di Casoli), l’altro, più piccolo, è dell’artista Peppe Candeloro di orgine casolana e residente a Lanciano.