Il Comitato Civico SàFà e il rinnovo del Consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica Sud
La lista “Consorziati Indipendenti” non è stata ammessa alla competizione elettorale, il Comitato Civico SàFà, sua promotrice, chiede il rinvio delle elezioni a Gennaio.
«Siamo stati esclusi dalla competizione elettorale, perché purtroppo, molti sottoscrittori che hanno sostenuto la presentazione della nostra lista, non erano in regola con i pagamenti dei canoni consortili. – annuncia il Comitato Civico SàFà – Nel nuovo statuto del Consorzio di Bonifica, approvato nel 2020, è stato infatti inserita questa regola: “può candidarsi, sottoscrivere la presentazione di una lista e votare solo chi è in regola con tutti i pagamenti”. Una legge assurda, ma che purtroppo è legge per quanto riguarda le modalità di svolgimento delle elezioni. La mancanza di un apparato burocratico, quale quello delle sigle sindacali e la fretta con la quale si è cercato di presentare la lista, in un periodo in cui l’agricoltura è molto impegnata, ci ha fatto incappare in questo difetto di forma ed ha reso non valide le firme raccolte per la presentazione della nostra lista. Siamo un Comitato Civico composto da agricoltori veri, quelli con le mani sporche di terra e da tanti volontari sensibili ai temi sempre più cruciali legati all’acqua.»
«A questo punto – continua il Comitato – pretendiamo che venga applicato in tutto e per tutto il nuovo Statuto, anche e soprattutto nell’articolo 18 comma 8 nel quale si afferma che:
- Le elezioni avranno luogo e saranno ritenute valide purché le liste sezionali dei candidati, sebbene non riguardanti tutte le sezioni, abbiano, nel complesso, un numero di candidati non inferiore a 10. Diversamente, utilizzando il procedimento elettorale in atto, è fissata una nuova data per le votazioni e riaperto il termine per la presentazione delle liste dei candidati.
Considerata l’esclusione della nostra lista e l’accettazione della sola lista denominata “Uniti per la bonifica e l’irrigazione” composta da 8 candidati, non ci sono i presupposti per poter procedere al rinnovo del Consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica Sud e per questo abbiamo chiesto in via ufficiale all’Ente, il rinvio delle elezioni a Gennaio.»
Concludendo, il Comitato Civico SàFà, pone alcuni interrogativi fondamentali, di seguito elencati:
- dov’erano i paladini degli agricoltori, quando nel 2020, veniva approvato da Regione Abruzzo il nuovo Statuto del Consorzio di Bonifica Sud e veniva inserita questa norma sulla regolarità dei pagamenti? Conosciamo tutti le mille difficoltà con le quali ogni giorno, chi fa impresa agricola, deve confrontarsi. La semplice dimenticanza di un rata dei canoni consortili è sufficiente per impedire la partecipazione elettorale a tantissimi agricoltori;
- dov’erano i paladini degli agricoltori, quando nel nuovo Statuto approvato nel 2020 da Regione Abruzzo, veniva stabilito che il 10% degli aventi diritto al voto è sufficiente per rendere valide le elezioni? O, cosa ancor più grave, veniva stabilito il quorum del 10% della contribuenza totale per rendere valide le votazioni? Per intenderci: se vanno a votare 126 consorziati di terza fascia (coloro che pagano oltre 488,00 euro di canone), su oltre 39.000 aventi diritti al voto, le elezioni sono valide;
- dov’erano i paladini degli agricoltori quando è stata fissato il 26 novembre, come data per il rinnovo del Consiglio di amministrazione, quando da Statuto le elezioni si possono svolgere da novembre a gennaio? Si sa che l’inizio di novembre, è un periodo molto lavorativo per il comparto agricolo impegnato nella raccolta di ortaggi, frutta autunnale e soprattutto olive. Se l’obiettivo comune doveva essere la più ampia partecipazione possibile al rinnovo degli organi amministrativi, dopo quasi un decennio di commissariamento, sicuramente si poteva e doveva scegliere un’altra data;
- dove sono stati i paladini degli agricoltori negli anni antecedenti il commissariamento e cos’hanno fatto in concreto per cercare di risollevare le sorti del Consorzio di Bonifica Sud? Infrastrutture oramai obsolete, manutenzioni ordinarie che non si fanno da decenni, programmazioni e progettazioni inesistenti, hanno portato al collasso un ente che in passato ha fatto grandiosi opere per il nostro territorio. Oggi fare agricoltura in provincia di Chieti, e soprattutto in Val di Sangro, è un’impresa anche e soprattutto a causa del pessimo servizio di fornitura idrica che gli agricoltori devono subire.
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