Le lattine col carbone acceso che riscaldavano le notti fredde del 1943
Un cannoniere neozelandese racconta come si scaldavano i soldati al di là del fiume Sangro durante le notti gelate con la neve
Il cannoniere GORDON JOHNSTON, lasciò la Nuova Zelanda alla fine del 1941 per andare nel Nord Africa prima di venire in Italia con la divisione neozelandese alla fine del 1943. Nel podcast racconta la prima azione nel Sangro River.
“Era proprio in fondo all’Italia e quella era la nostra prima grande barriera, al di là del fiume Sangro. – racconta – Laggiù c’era una grande barricata dei tedeschi che hanno cercato di fermarci lì. E abbiamo sparato tanta roba lì, ma siamo stati catturati poco dopo dalla neve. Siamo rimasti bloccati dalla neve ed ecco un’altra piccola storia, perché non potevamo muoverci. La maggior parte dei ragazzi, sono entrati nei bivacchi o nelle case. Avevamo il furgone blindato con un buco. Come ci siamo riscaldati? – chiede Gordon – Avevamo un contenitore di latta con del carbone dentro e un paio di fili di ferro per tenerlo in mano e ci versavamo sopra un po’ di benzina, si accendeva, ma il carbone si spegneva, quindi ogni tanto dovevi uscire per far entrare un po’ d’aria. E di notte guardavi fuori dovunque fossero tutti, c’era il Div, e vedevi queste cose luminose oscillare nella notte”
VAI ALLA PAGINA DEL PODCAST CON IL RACCONTO DEL CANNONIERE: https://nzhistory.govt.nz/media/sound/sangro-river-gordon-johnston